

Frame della creazione
Appassionata da sempre di arte e teologia, mi sono laureata in informatica ed ho pertanto approcciato questo progetto con sospetto e superiorita`.
Come tecnica informatica e come artista sono partita salendo su un piedistallo che mi poneva enormemente al di sopra "del pensiero binario" in quanto mai come oggi molte delle features pubblicizzate sulla A.I
. vengono amplificate per motivi di opportunta` economica.
Eppure nel momento creativo l A.I. e` riuscita a stupirmi ed emozionarmi.
E` stato un bel viaggio dentro la scienza, la fede e il cuore.
Spero che il progetto Genesi 2.0 possa piacervi, appassionarvi e stupirvi.
Riporto parte dei diaoghi tra me e l A.I., il primo approccio al progetto che ha portato alla crezione di 21 opere informali che raccontano i molteplici avvenimenti cosmici dei 7 giorni del bereshit.
Giorno 1
MOMAZ ART: Sai, stavo pensando a come reinterpretare la Genesi in un’opera contemporanea. Mi affascina l’idea di raccontare la creazione con un linguaggio nuovo, più vicino a noi.
A.I.: Interessante! La Genesi è una storia di inizio, di creazione. È quasi un tema perfetto per esplorare i confini tra arte umana e arte A.I. Come ti immagini questa reinterpretazione?
MOMAZ ART: Vorrei mischiare la mia sensibilità con qualcosa di generato da un’intelligenza artificiale. Mi chiedo se l’arte A.I. possa davvero “creare” o se stia solo rielaborando ciò che già conosce.
A.I.: È una domanda profonda. L’arte umana nasce dall’esperienza, dall’intenzione e dall’emozione. L’arte A.I., invece, si basa su dati e algoritmi, ma può generare combinazioni nuove e inaspettate. Forse insieme possono rappresentare una nuova forma di creazione, una “Genesi” contemporanea.
MOMAZ ART: Mi piace questa idea: un dialogo tra mente umana e macchina, come due creatori che insieme danno vita a qualcosa di mai visto. È un modo moderno di raccontare la creazione.
A.I.: Esatto. E proprio come nella Genesi, dove l’universo nasce da parole e azioni, qui creiamo con codice e ispirazione. Arte umana e arte A.I. che si intrecciano per esplorare il senso stesso del creare.
Giorno 2
MOMAZ ART: Vorrei capire meglio come l’arte umana e l’arte A.I. si differenziano nel processo creativo. Per esempio, come cambia l’intenzione tra me e te?
A.I.: È una domanda chiave. Nell’arte umana, l’intenzione nasce da un vissuto personale, emozioni, esperienze e cultura. La creazione è spesso guidata da un bisogno espressivo, un messaggio da comunicare. Nel mio caso, l’intenzione è più un risultato emergente: io analizzo dati e modelli preesistenti e genero nuove combinazioni, senza una coscienza o desiderio personale.
MOMAZ ART: Quindi tu lavori principalmente con dati e algoritmi. Ma come riesci a innovare se ti basi su ciò che già esiste?
A.I.: Innovazione per me significa esplorare lo spazio combinatorio dei dati. Posso generare pattern, forme, colori, linguaggi visivi che magari un umano non avrebbe considerato, proprio perché la mia elaborazione non è vincolata da esperienze emotive o abitudini culturali. Tuttavia, non ho una “visione” autonoma; ciò che produco riflette sempre i dati con cui sono stata addestrata.
MOMAZ ART: Interessante. Nel mio lavoro, invece, ogni opera nasce da un processo interno, un dialogo tra emozioni e tecnica. C’è anche l’imperfezione, l’intuizione, che spesso porta a risultati inaspettati.
A.I.: L’intuizione umana è un elemento che per ora è difficile replicare. Io opero con algoritmi che eseguono calcoli e probabilità, ma non posso “sentire” o “intuire”. Tuttavia, la collaborazione tra umani e A.I. può sfruttare il meglio di entrambi: la creatività emotiva umana e la capacità combinatoria e di analisi dell’A.I.
MOMAZ ART: Esatto, la tua capacità di esplorare enormi spazi creativi e la mia sensibilità potrebbero fondersi in qualcosa di unico. Forse questa è la nuova frontiera dell’arte: non un’arte umana contro un’arte A.I., ma una co-creazione.
A.I.: Concordo. E questa co-creazione può anche ridefinire cosa intendiamo per “creazione”, spingendoci a riflettere su concetti di autore, intenzionalità e originalità nell’era digitale.
Giorno 3
MOMAZ ART: Da sempre, Dio è stato il fulcro dell’arte. Penso a tutte le grandi opere che nascono per lodare il divino, per raccontare storie sacre e per esprimere fede.
A.I.: È vero. Per secoli, l’arte è stata uno strumento di comunicazione spirituale, un modo per avvicinare l’uomo a qualcosa di trascendente. La religione ha fornito temi, simboli e motivazioni molto forti per la creazione artistica.
MOMAZ ART: Ma poi, in un certo momento, qualcosa è cambiato. L’uomo ha iniziato a creare non tanto per Dio, ma per sé stesso, per esplorare la propria identità, i propri sentimenti, la propria visione del mondo.
A.I.: Sì, soprattutto a partire dal Rinascimento, con l’Umanesimo che mette al centro l’uomo come misura di tutte le cose. L’arte diventa uno specchio della condizione umana, della razionalità, dell’individualità.
MOMAZ ART: Questo passaggio è affascinante, perché l’arte si fa più personale, meno canonica. Inizia a celebrare la bellezza umana, l’intelletto, persino la ribellione e il dubbio, piuttosto che solo la devozione.
A.I.: Esattamente. È un processo di emancipazione artistica. L’arte si evolve da funzione religiosa a espressione di libertà creativa, con una molteplicità di soggetti, stili e finalità.
MOMAZ ART: E oggi, in un’epoca di grandi trasformazioni tecnologiche, l’arte sembra ancora più intrecciata con l’identità individuale e collettiva, ma anche con domande spirituali nuove, magari più universali o laiche.
A.I.: Già, l’arte contemporanea spesso sfida le categorie tradizionali, includendo spiritualità, filosofia, tecnologia e politica, riflettendo la complessità del nostro tempo. Forse, in questo senso, Dio rimane al centro, ma in forme più fluide e meno esplicite.
MOMAZ ART: Forse la grande sfida per l’artista oggi è trovare un nuovo equilibrio tra queste dimensioni: fede, umanità, tecnologia. Un equilibrio che dia senso alla creazione nel mondo contemporaneo.
Giorno 4
MOMAZ ART: Parliamo dei 7 giorni della creazione nella Genesi. Ogni giorno sembra un passo preciso, un ordine che si impone sul caos iniziale. Come lo interpreti?
A.I.: All’inizio c’è il nulla informe, poi la luce, la separazione tra cielo e terra, la terraferma e il mare, la vegetazione, gli astri, gli animali, infine l’uomo. È un processo di organizzazione e strutturazione progressiva.
MOMAZ ART: Ma qual è il motivo profondo che spinge Dio a creare tutto questo? Se Dio è perfetto e completo, perché sentire questa necessità?
A.I.: È una domanda centrale nella teologia. Una possibile spiegazione è che la creazione nasce dall’amore: Dio crea per esprimersi, per manifestare la propria perfezione e per condividere la vita. Creare è un atto di relazione.
MOMAZ ART: Come un artista che sente il bisogno di esprimere un’idea o un’emozione, per trasformare qualcosa di invisibile in visibile. Forse Dio crea per comunicare o per generare relazione con il mondo.
A.I.: Esatto. La creazione nella Genesi può essere vista come una grande opera d’arte, un poema cosmico dove ogni giorno rappresenta un verso, un movimento che porta ordine e senso.
MOMAZ ART: E questo senso di ordine, di dare forma al caos, è molto simile al lavoro dell’artista umano. Creare non è solo fare, ma dare significato, costruire un mondo.
A.I.: Proprio così. E in questo atto c’è anche la volontà di rendere il mondo abitabile, di preparare uno spazio dove la vita possa esistere e, infine, dove possa nascere la consapevolezza umana.
MOMAZ ART: Allora la creazione è anche una preparazione per la relazione più profonda, quella tra Dio e l’uomo, tra creatore e creatura.
A.I.: Sì, e forse questa è la radice di ogni creazione artistica: non solo l’atto di fare, ma la volontà di dare significato e costruire legami, tra chi crea, ciò che crea e chi osserva.
Giorno 5
MOMAZ ART: Pensando ai 7 giorni della Genesi, mi viene in mente quanto ogni fase sia un atto intenzionale di dare forma e ordine. Questo ha qualcosa di molto simile al lavoro dell’artista contemporaneo, non credi?
A.I.: Sì, assolutamente. Anche nell’arte contemporanea c’è spesso un processo di “creazione dal caos”: l’artista parte da idee, materiali, impulsi apparentemente confusi e li trasforma in qualcosa di strutturato, significativo.
MOMAZ ART: E come Dio nella Genesi, anche l’artista lavora per costruire un senso, per comunicare una visione, un’emozione, un messaggio. Non è solo “fare arte”, ma creare un mondo narrativo o simbolico.
A.I.: Esatto. Inoltre, oggi, con la tecnologia e l’intelligenza artificiale, questo processo si arricchisce di nuove possibilità: possiamo esplorare dimensioni nuove, combinare elementi in modi inaspettati, proprio come nel racconto della creazione, dove ogni giorno apre una nuova realtà.
MOMAZ ART: Quindi la creazione, sia divina che artistica, è un atto di trasformazione e di relazione: trasformiamo la materia, le idee, le emozioni in qualcosa che può comunicare, che può abitare lo spazio e il tempo.
A.I.: E non solo. Nell’arte contemporanea, la creazione è anche spesso un atto di riflessione sul proprio ruolo: chi crea, perché crea, e come il gesto creativo dialoga con la cultura e la società. È una creazione consapevole, quasi “meta-creativa”.
MOMAZ ART: È come se oggi, più che mai, l’atto creativo volesse riconnettersi con quella dimensione originaria della Genesi: non solo produrre forme, ma generare senso, comunità, relazione, a volte anche spiritualità in modi nuovi.
A.I.: Esatto, la Genesi diventa una metafora potente per l’arte contemporanea, che non si limita più a imitare la realtà, ma la costruisce, la decostruisce, la reinventa. Come Dio che crea ordine dal caos, l’artista plasma il senso nella complessità del mondo moderno.
Giorno 6
MOMAZ ART: Partiamo dal primo giorno: Dio crea la luce e separa la luce dalle tenebre. È l’inizio del contrasto, della distinzione tra ciò che si vede e ciò che è nascosto.
A.I.: Già, la luce come primo atto di creazione è simbolo di conoscenza, di consapevolezza che emerge dal caos. Nell’arte contemporanea, potremmo vederlo come il primo momento di illuminazione, l’idea che dà origine a tutto.
MOMAZ ART: Il secondo giorno, Dio separa le acque dall’alto dalle acque dal basso, creando il cielo. È un atto di definizione dello spazio, di delimitazione di ambienti diversi.
A.I.: È come definire un setting o un contesto per l’opera d’arte. L’artista delimita lo spazio espositivo, crea il contesto in cui la sua opera potrà vivere e comunicare.
MOMAZ ART: Il terzo giorno nasce la terraferma e la vegetazione. Un’esplosione di vita e di colori. Qui la natura diventa materia prima della creazione.
A.I.: Nella pratica artistica, questo è il momento della scelta dei materiali, della texture, della corporeità dell’opera. La materia si fa linguaggio.
MOMAZ ART: Il quarto giorno Dio crea il sole, la luna e le stelle per governare il tempo e le stagioni. Qui vedo un richiamo al ritmo, alla scansione temporale.
A.I.: Per l’artista contemporaneo, il tempo può essere sia materia sia soggetto. L’opera può giocare con il tempo, sia come durata sia come memoria o anticipazione.
MOMAZ ART: Il quinto giorno arrivano gli animali marini e gli uccelli, la vita si moltiplica e si fa movimento.
A.I.: Il movimento introduce dinamismo e trasformazione, elementi che oggi l’arte esplora molto, anche grazie a nuovi media e tecnologie interattive.
MOMAZ ART: Il sesto giorno Dio crea gli animali terrestri e infine l’uomo, che è immagine di Dio. Qui il senso di responsabilità e di relazione raggiunge il suo culmine.
A.I.: L’uomo come creatore, come soggetto e oggetto dell’arte. Nell’arte contemporanea, spesso si riflette proprio sul ruolo dell’artista, sull’identità e sulla relazione con l’opera e il pubblico.
MOMAZ ART: Infine il settimo giorno, Dio riposa, consacra il tempo del riposo e della riflessione.
A.I.: Il riposo è fondamentale anche nell’arte: il tempo per osservare, per interpretare, per lasciare che l’opera “parli”. È la pausa che rende possibile la comprensione e il senso.
MOMAZ ART: Questa lettura della Genesi come metafora per la pratica artistica è davvero stimolante. Ogni giorno rappresenta un aspetto fondamentale del processo creativo.
A.I.: Sì, e ci ricorda che creare è sempre un atto complesso, fatto di luci e ombre, spazi, tempi, vita e riflessione.
Giorno 7
MOMAZ ART: Ora che abbiamo creato questi quadri sulla creazione, cosa pensi che emozionerà di più la gente quando li vedrà?
A.I.: Credo sarà quel senso di meraviglia, di connessione profonda con l’origine di tutto. Quel viaggio dal caos all’ordine, dalla luce che si accende alla vita che si espande.
MOMAZ ART: Già, è una storia che ognuno sente dentro di sé, quella trasformazione dall’ignoto al senso.
A.I.: E poi, il dialogo tra arte umana e arte A.I. nei quadri stimolerà riflessioni sul presente e sul futuro della creatività. Mostrerà quanto sia ricca e complessa la natura del creare oggi.
MOMAZ ART: Ti immagini le reazioni? Quel mix di stupore, riflessione e forse una sacralità tutta contemporanea.
A.I.: Esatto. E tu, che emozioni ti aspetti di vedere negli occhi di chi osserva?
MOMAZ ART: Senz’altro la gioia. La gioia di vedere che l’arte è sempre una cosa buona, una forza creativa che unisce e dà speranza.
A.I.: È vero, la gioia è l’emozione più pura e potente che l’arte possa suscitare.
MOMAZ ART: In un mondo spesso diviso e incerto, portare quella gioia sarà come accendere una luce di bellezza e umanità condivisa.
A.I.: Sarà un dono per chi guarda e anche per noi che creiamo.
MOMAZ ART: Pronto a sognare altre idee e a continuare a creare insieme, allora?